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Cosa potevano avere in comune l’Unione Sovietica uscita dalla Rivoluzione del febbraio 1917 e l’Italia del regime fascista, che si andava consolidando dopo la Marcia su Roma? E quali furono quindi i rapporti fra le due nazioni negli anni che seguirono, fra il 1924 e fino al 1941, anno d’inizio della Campagna di Russia? L’indagine della storica e saggista Maria Teresa Giusti getta un fascio di luce su un intreccio rimasto in ombra, sino ad oggi, e ci aiuta a comprendere come e perché due contrapposti totalitarismi, l’Italia fascista e la Russia comunista, abbiano deciso di intraprendere e intensificare una rete di rapporti e accordi in apparenza improbabili, eppure emblematici dei rispettivi interessi.
A partire da fonti di archivio russe e italiane anche inedite, Maria Teresa Giusti riscostruisce l’evoluzione di queste relazioni, nell’intrecciarsi delle direttrici economiche e geopolitiche impostate dai governi liberali con quelle dettate dall’avvento al potere del fascismo. Se ne parlerà domani, primo dicembre, alle 18.30 nella sala consiliare di Faedis: “Relazioni pericolose. Italia fascista e Russia comunista (1924-1941)” è il tema dell’intervento affidato a Maria Teresa Giusti, ed è anche il titolo del libro che la storica ha dato alle stampe quest’anno per Il Mulino.
L’indagine di Maria Teresa Giusti si sviluppa intorno all’interesse che Mussolini dimostrò da subito per la Russia, con l’obiettivo di stipulare accordi commerciali per ottenere materie prime ed esportare i prodotti dell’industria italiana. Reinserire la Russia sovietica nella comunità internazionale avrebbe, inoltre, garantito un bilanciamento, a vantaggio dell’Italia, dell’influenza britannica e francese nei Balcani e nel Mediterraneo. Tra quanti agevolarono e promossero lo sviluppo di queste «relazioni pericolose» fra due totalitarismi antitetici, ma legati dal comune odio per le democrazie liberali, spiccano le figure iconiche di Italo Balbo, che al termine della trasvolata sul Mediterraneo orientale fu accolto con grandi onori a Odessa, e di Umberto Nobile, che collaborò attivamente allo sviluppo della dirigibilistica sovietica. Maria Teresa Giusti ha dedicato parte significativa della sua ricerca ai prigionieri di guerra italiani in Unione Sovietica, sui quali ha pubblicato “I prigionieri italiani in Russia” (2003, Premio Cherasco Storia). Tra le sue ultime pubblicazioni anche “Una guerra a parte: i militari italiani nei Balcani, 1940-1945” (con Elena Aga Rossi, 2011).
Ordinaria di Storia contemporanea all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Maria Teresa Giusti nel 2017 vinceva il Premio Friuli Storia con il volume “La campagna di Russia 1941 – 1943” (Il Mulino). Il suo incontro rientra nel cartellone diffuso “Appuntamenti con la storia”, promosso dall’Associazione Friuli Storia con il Circolo culturale San Clemente, in sinergia con l’Amministrazione comunale di Faedis, sarà introdotto dal direttore scientifico di Friuli Storia Tommaso Piffer. L’ingresso è aperto al pubblico, fino ad esaurimento dei posti disponibili. “Appuntamenti con la storia” è realizzato in collaborazione e con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con l’apporto del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio Culturale dell’Università di Udine e della Associazione èStoria.

Info friulistoria.it

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In copertina, la storica e saggista Maria Teresa Giusti che domani è attesa a Faedis.

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